Il tema dello stress da caldo nelle bovine da latte è stato oggetto di studio fin dagli anni '80, quando Israel Flamenbaum ha pubblicato un articolo sul Journal of Dairy Science. Questo lavoro ha attirato l'attenzione mondiale sui danni provocati dal caldo alle bovine da latte e ha proposto una soluzione innovativa per affrontare il problema.
Secondo Flamenbaum, le bovine da latte devono dissipare una quantità di calore pari a quello generato da 16 lampade ad incandescenza da 100 watt quando producono 30 kg di latte. Tuttavia, quando la temperatura esterna e l'umidità relativa aumentano, le bovine incontrano difficoltà nel dissipare il calore corporeo.
Abbiamo visto quindi che ciò che cambia drasticamente in estate rispetto alle altre stagioni è il carico di calore che subiscono le bovine da latte. La combinazione di temperature elevate e umidità rappresenta una sfida significativa per la termoregolazione e il benessere generale delle mucche. L'incapacità delle mucche di sudare e la loro dipendenza dallo sbadigliare per dissipare il calore le rendono particolarmente vulnerabili allo stress da calore.
Quando la temperatura e l'umidità aumentano, le mucche da latte reagiscono in due fasi distinte, con l'obiettivo principale di mantenere la temperatura corporea centrale, che si aggira intorno ai 38,5°C. Inizialmente si osservano diversi cambiamenti comportamentali e fisiologici. Le mucche riducono l'assunzione di cibo per minimizzare la produzione di calore dalla fermentazione ruminali. Aumentano il consumo di acqua per facilitare la dissipazione del calore attraverso il sistema respiratorio. Riducono anche l'attività fisica per minimizzare la produzione di calore dal metabolismo muscolare. Lo sbadigliare diventa più evidente poiché il sistema respiratorio funziona come un radiatore per dissipare il calore. Questi adattamenti metabolici si traducono in una riduzione della produzione di latte, del contenuto di grassi e proteine, una diminuzione del comportamento di estro e un minor tempo di riposo.
Questa condizione può manifestarsi all'inizio dell'estate o durante l'intero periodo caldo se i sistemi di raffreddamento per gli animali sono inadeguati o inesistenti. Se l'indice temperatura-umidità (THI) continua a salire e i sistemi di raffreddamento sono insufficienti, alcune o tutte le bovine possono subire stress da calore. Questo stato patologico può essere diagnosticato in modo oggettivo misurando la temperatura rettale e il tasso di respirazione. Un aumento di soli 0,5°C della temperatura corporea e un tasso di respirazione superiore a 80 respiri al minuto indicano che una singola mucca o l'intera mandria sta sperimentando stress da calore, indicando che gli animali non sono stati in grado di far fronte all'aumento dell'THI.
Per differenziare tra patologia individuale e collettiva, può essere utilizzato il criterio del 15%. Se più del 15% delle vacche mostra un aumento della temperatura rettale e del tasso di respirazione, indica un fattore di rischio collettivo nella stalla. In caso contrario, si tratta di casi di mucche singole che non riescono ad adattarsi al calore e che devono essere gestite individualmente.
Negli ultimi anni, molte aziende agricole hanno adottato sistemi di raffreddamento degli animali che hanno ridotto alcune delle perdite di produttività e riproduzione tipicamente associate all'estate e ai mesi successivi. Tuttavia, c'è ancora molto da fare, soprattutto nella selezione genetica, per identificare animali resistenti al calore e insensibili al fotoperiodo. L'alimentazione e l'integrazione con adeguati principi di supporto fa la differenza nella gestione di questo importante stato debilitante della mandria.
Durante il periodo estivo quindi, le temperature elevate possono causare diversi problemi nelle stalle di vacche da latte per la produzione di Parmigiano-Reggiano. Le vacche hanno bisogno di un ambiente confortevole e fresco per mantenere la loro salute e il loro benessere, e per continuare a produrre latte di alta qualità.
Sappiamo che Le temperature ideali per le vacche da latte sono comprese tra i 10 e i 20 gradi, con un'umidità relativa dell'aria compresa tra il 50% e il 70%. Tuttavia, durante il periodo estivo, le temperature esterne possono superare facilmente i 30 gradi, rendendo l'ambiente interno della stalla troppo caldo e umido per le vacche.
Ci sono diverse soluzioni che possono essere adottate per migliorare la produttività delle stalle durante il periodo estivo. Alcune di queste includono:
1. Ventilazione:
installare un buon sistema di ventilazione nella stalla può aiutare a migliorare la circolazione dell'aria e ridurre l'umidità, mantenendo così le vacche fresche e asciutte.
2. Raffreddamento: in alcune stalle di vacche da latte, è possibile utilizzare un sistema di raffreddamento ad acqua per ridurre la temperatura dell'aria circostante.
3. Alimentazione: durante il periodo estivo, le vacche possono mangiare meno a causa della temperatura elevata. Gli allevatori dovrebbero fornire loro alimenti di alta qualità e con un alto contenuto energetico per compensare la diminuzione dell'apporto calorico.
4. Acqua: è importante fornire alle vacche acqua fresca e pulita in abbondanza, per mantenere il loro corpo idratato e regolare la temperatura corporea.
5. Orario di mungitura: gli allevatori possono modificare gli orari di mungitura delle vacche durante il periodo estivo, evitando le ore più calde della giornata.
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